Perché non chiedere ai passanti per strada faccia a faccia di scattarci una foto? paura dmettere un prezioso aifòn nelle mani di uno sconosciuto: nessuna voglia di un brivido esotico?
Non mi sono svegliato adesso coi selfie, è che il selfie ne ha aggiunta un'altra a quello che d'ora in poi chiamerò:
IL GRANDE DISEGNO DELLA GESTIONE DIGITALE - MONOPOLISTICA DELLE TUE RELAZIONI PERSONALI.
- Credo proprio siano l'urlo e il maiuscolo a convincere le masse, quindi ci provo anch'io, ecco fatto -
Cos'hanno hanno aggiunto al loro arsenale di stupidate i selfisti?
Hanno aggiunto un'asta. Un'asta tipo Go-Pro per potersi riprendere a distanza, quella distanza che se chiedi al passante di farti una foto, lui te la fa. Poi magari ti dice anche quale ristorante ancora non ha mandato il cuoco in pausa alle 14, informazione che assume vitale importanza in Svizzera, per esempio.
Ok. La critica più ricorrente ai selfie: sono brutti (e vorrei vedere, a quella distanza!) è stata superata. Adesso siamo tutti fotogenici e pronti a invadere il web a colpi di centesimi d'attenzione.
Povero Andy Warhol, i suoi 15 minuti di celebrità ci sono tutti, ma tocca cronometrarli in scarsevoli presenze di pochi secondi, roba da 150 caratteri destinati ad evaporare velocemente in livelli d'attenzione e memorie degni di un gatto o da demenza senile.
Selfie sa proprio di quell'altra parola inglese, che vuol dire egoista: Io sono qui, guardatemi!
No peggio. C'è il narcisismo. E' alla base di tutte le psicopatie, roba da serial killer.
Tranquilli, i cretini abbondano molto più dei serial killer! Aprite il link sotto la foto per tirare un gran bel sospiro di sollievo.
http://www.jta.org/2013/11/21/news-opinion/world/posting-holocaust-selfies
Che dire, io mi ricordo di una rubrica, o forse un magazine, che si chiamava 'Autoscatto'. Era un porno amatoriale in bianco e nero. Lì il selfie aveva un senso: sarebbe stato complicato interagire con un passante.
Non mi sono svegliato adesso coi selfie, è che il selfie ne ha aggiunta un'altra a quello che d'ora in poi chiamerò:
IL GRANDE DISEGNO DELLA GESTIONE DIGITALE - MONOPOLISTICA DELLE TUE RELAZIONI PERSONALI.
- Credo proprio siano l'urlo e il maiuscolo a convincere le masse, quindi ci provo anch'io, ecco fatto -
persi in un deserto nordafricano senza nessuno in giro per poter riprendere l'angoscia e l'indicibile sconforto dipinti sui nostri volti |
Hanno aggiunto un'asta. Un'asta tipo Go-Pro per potersi riprendere a distanza, quella distanza che se chiedi al passante di farti una foto, lui te la fa. Poi magari ti dice anche quale ristorante ancora non ha mandato il cuoco in pausa alle 14, informazione che assume vitale importanza in Svizzera, per esempio.
Ok. La critica più ricorrente ai selfie: sono brutti (e vorrei vedere, a quella distanza!) è stata superata. Adesso siamo tutti fotogenici e pronti a invadere il web a colpi di centesimi d'attenzione.
Povero Andy Warhol, i suoi 15 minuti di celebrità ci sono tutti, ma tocca cronometrarli in scarsevoli presenze di pochi secondi, roba da 150 caratteri destinati ad evaporare velocemente in livelli d'attenzione e memorie degni di un gatto o da demenza senile.
Selfie sa proprio di quell'altra parola inglese, che vuol dire egoista: Io sono qui, guardatemi!
No peggio. C'è il narcisismo. E' alla base di tutte le psicopatie, roba da serial killer.
Tranquilli, i cretini abbondano molto più dei serial killer! Aprite il link sotto la foto per tirare un gran bel sospiro di sollievo.
http://www.jta.org/2013/11/21/news-opinion/world/posting-holocaust-selfies
Che dire, io mi ricordo di una rubrica, o forse un magazine, che si chiamava 'Autoscatto'. Era un porno amatoriale in bianco e nero. Lì il selfie aveva un senso: sarebbe stato complicato interagire con un passante.
fine prima parte
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